
La Voce del Vinaio: INTERVISTA COL VINAIO
Ciao Nicola detto il Vinaio. Come nasce questo soprannome?
E’ semplicemente il mio mestiere!
Mi racconti come scegli i vini da mettere sullo scaffale?
Scelgo quei vini che siano in grado di affascinarmi, quei vini che dal calice abbiano una storia interessante da raccontare. Nel vino cerco l’espressione della personalità ma senza mai perdere di vista l’equilibrio, l’eleganza e la finezza. Personalità non vuol dire solo struttura, quella la trovi in molti vini, intendo qualcosa di magico che sappia affascinare il palato senza mai esagerare, ci vuole pulizia nei profumi e bilanciamento tra le varie caratteristiche del vino, tra morbidezze e durezze, alcol, tannino, freschezza. Ecco questi sono i vini che preferisco.
Cosa ne pensi dei vini naturali?
Quello dei vini naturali è un mondo molto ampio. Ma parlando in generale, credo che quando bevi qualcosa di buono è bene che sia anche sano. Il fatto che un vino sia sano è per me un valore aggiunto molto importante, a cui cerco di non rinunciare.
Non è sempre facile trovare delle belle caratteristiche organolettiche nei prodotti naturali. Non sono un amante dei vini estremi. Credo che innanzi tutto il vino debba avere bevibilità. Il bret e la volatile secondo me sono difetti, che in certi vini “naturali” si trovano spesso. Bisogna considerare che così come l’uva si trasforma in modo naturale in vino, si può trasformare altrettanto naturalmente in aceto, il produttore deve sapere quando intervenire per mantenere la qualità.
Un vino ti deve piacere dal primo all’ultimo sorso, senza stancare. Se dopo un solo bicchiere ne hai già abbastanza c’è qualcosa che non va.
D’altra parte i vini industriali spesso sono pieni di correttori chimici ed è ciò che non voglio in un vino. Sono anche contro l’uso indiscriminato della solforosa. E’ necessaria quel tanto che preservi il gusto del vino nel tempo.
Quindi quando trovo un vino sano, naturale, con le caratteristiche organolettiche che cerco, con un gusto equilibrato ed espressivo, sono contento e mi piace promuoverlo, farlo conoscere ai miei clienti e amici.
Ci sono delle persone che il vino naturale non lo apprezzano, cosa proponi a quel tipo di cliente?
Rispetto le loro preferenze. Ci sono molti ottimi vini così detti convenzionali che vale la pena di acquistare. Ad alcuni clienti, magari quelli più curiosi, propongo di provare qualcosa di diverso dalle solite scelte, avvicinandoli piano piano a vini meno industriali e più artigianali, ma si procede per piccoli step. Alcuni clienti, inizialmente scettici, poi hanno scoperto su nostro consiglio un panorama di vini che prima non consideravano e questa è una bella soddisfazione.
Quanta importanza dai alla tipicità territoriale dei vini?
Credo che un vino debba essere innanzi tutto buono, indipendentemente dalla sua origine. Poi ovviamente deve essere coerente con l’espressione del vitigno con cui è fatto.
Le caratteristiche dell’uva si devono ritrovare nel vino. Un nebbiolo non può sapere di sangiovese, né una barbera assomigliare a un merlot.
Per quanto riguarda le DOP, esse purtroppo non sono sempre sinonimo di qualità garantita.
Più che l’etichetta mi interessa il lavoro che c’è dietro.
Grazie Nicola, concludiamo con un tuo consiglio. Cosa ci faresti bere oggi?
Un vino perfetto per l’arrivo dell’autunno: la Barbera d’Asti DOCG superiore di Cascina di Guido Berta.
Una Barbera che sa di Barbera, frutto, freschezza e corpo.
Al naso frutti scuri, dal durone alla prugna, e una nota di cacao.
Al palato freschezza e frutto, in perfetto equilibrio con la spalla alcolica. 14,5% di grado alcolico e non ti fermi al primo calice.
CASCINA GUIDO BERTA
Barbera d’Asti DOCG Superiore
Annata 2016
Vol.%: 14,5
Abbinamento da provare: Porcini fritti