La Voce del VinaioIl Vinaio in gita a Col di Corte

Il Vinaio in gita a Col di Corte

Qualche settimana fa ho fatto una visita alla Cantina Col di Corte, a Montecarotto (AN).

Quando sono arrivato, Giacomo Rossi, uno dei soci e responsabile della cantina, mi ha subito accolto con un bel tagliere di ciauscolo e altri prodotti locali. Ottima partenza direi!

Poi mi ha mostrato l’azienda: 13 ettari vitati posizionati tutti intorno alla cantina, come le fattorie di una volta che si trovavano al centro del podere. Uno stupendo panorama autunnale, che fa venire voglia di bere.

Passeggiando trai vigneti Giacomo mi ha raccontato come sia diventato vignaiolo quasi per caso.

Romano di origine, cercava una cascina per andare a vivere fuori città. L’agente immobiliare, non avendo altri immobili da mostrargli, ha fatto un tentativo con questa cantina con vigneto. Giacomo si è innamorato del luogo e lo ha preso in gestione con altri due soci. I primi due anni si sono fatti affiancare dal vecchio gestore e poi hanno iniziato la loro avventura enologica, provenendo da un mondo completamente diverso: quello del cinema e della televisione. La passione per il vino c’era sempre stata, poi è diventata una vera e propria attività imprenditoriale.

La scelta di produrre vini naturali nasce fin da subito, come scelta di campo. Giacomo aveva conosciuto il mondo dei vini naturali lavorando con il regista Nossiter, l’approccio alla produzione poteva essere solo quello.

Alla fine della passeggiata è arrivato il momento di degustare con calma i vini di Col di Corte.

Non posso fare a meno di notare la pulizia impeccabile di questi vini: seppur prodotti con un orientamento biodinamico non presentano alcuna sbavatura nei profumi e nell’eleganza.

Questo approccio naturale che non rinuncia a processi fisici come la decantazione e le macerazioni a temperatura controllata sarebbe ripudiato dai puristi, ma a mio avviso il risultato dà retta a Giacomo e soci, in termini di qualità organolettica. Le fermentazioni spontanee con lieviti indigeni non possono giustificare cattivi odori nel vino.

Ho bevuto un rosso frizzante di lacrima: prodotto insolito, di piacevole freschezza, mi ricorda un lambrusco ma dotato di maggiore finezza.

E poi il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Vigneto di Tobia: un vino intenso, ricco di profumi tipici, complesso, molto equilibrato in bocca, fresco e corposo al tempo stesso.

Torno a casa arricchito da questa breve gita marchigiana, con la rafforzata convinzione che si può rispettare la natura, la terra e la materia prima uva senza perdere in eleganza. Quando poi è ottimo anche il rapporto tra l’elevata qualità e il prezzo di vendita non posso che essere contento, da Vinaio e da bevitore.

 

COL DI CORTE Vigneto di Tobia Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico superiore

Annata: 2018

Formato: 0,75L

Vol%: 14,5

Abbinamento consigliato: Risotto alla crema di zucca e tartufo