
Extravergine si nasce… non si diventa!
L’olivo esprime il territorio così quanto la vite. Pertanto oggi ci occupiamo di olio EVO, prodotto che apprezziamo per non solo per il gusto ma anche per le sue proprietà salutari. Sulla tavola non possono mai mancare una bottiglia di vino e quella dell’olio evo, ancora meglio se locale.
Ce ne parla un estratto dell’articolo della nostra amica Antonietta Mazzeo pubblicata su La Madia, rivista specializzata nel settore della ristorazione, dell’accoglienza, della cultura alimentare e vinicola.
L’olio che non ti aspetti, l’extravergine dell’Emilia.
L’Emilia-Romagna dispone di un patrimonio olivicolo importante dal punto di vista economico, storico, sociale e paesaggistico.
La disponibilità di una ricca piattaforma varietale, le particolari condizioni microclimatiche che caratterizzano alcuni areali della regione e la sinergia tra ricerca e filiera produttiva, hanno contribuito alla valorizzazione e al miglioramento delle produzioni di olio extravergine di oliva. L’olivicoltura è maggiormente diffusa in quella parte di regione nota come Romagna, più precisamente in alcuni territori delle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, ma è interessante sottolineare come nell’ultimo decennio la coltivazione dell’olivo ha trovato microambienti favorevoli anche, nel versante occidentale della regione interessando così anche le province emiliane, di Bologna. Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
L’olivo è presente prevalentemente nella fascia collinare tra i 150 e i 600 s.l.m., zone in cui il microclima consente la coltivazione dell’olivo, spesso in esemplari isolati, ma anche in gruppo a distanza regolare, a dimostrazione di una loro razionale coltivazione nel passato. La documentata presenza storica, di un’antica olivicoltura sul territorio emiliano, pur se sporadica, indica quindi la possibilità di un rilancio per la produzione di olio con caratteristiche qualitative di pregio. La rinnovata diffusione dell’olivicoltura da olio nelle province emiliane costituirebbe, quindi, il recupero di una produzione della passata tradizione agricola, e offrirebbe la possibilità di ampliare il paniere dei prodotti agroalimentari del territorio. Oggi, stiamo assistendo alla nascita di nuovi impianti e sono sempre più numerosi gli agricoltori interessati a questa coltura, soprattutto in aree marginali dove altre colture arboree o arbustive sarebbero poco convenienti.
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Le nuove generazioni di olivicoltori e frantoiani Emiliani, guardano indietro, alla tradizione e affrontano il quotidiano con lo sguardo rivolto al futuro, senza improvvisazioni di genere, ed ecco … l’olio che non ti aspetti, l’extravergine dell’Emilia.
Ma ciò che ancora purtroppo grava, in alcuni casi, sulla qualità finale del prodotto è l’approssimativa conoscenza e attuazione dei moderni processi di lavorazione, su cui incide in modo significativo la carenza di frantoiani preparati, capaci di utilizzare la tecnologia a beneficio della qualità.
L’ulivo può rappresentare per l’Emilia, non solo una risorsa ambientale e culturale, ma un elemento, se destinato alla produzione di un olio di qualità, di primaria rilevanza economica. Extravergine si nasce … non si diventa!
Olio 1997
Olio Extra Vergine di Oliva, provenienza San Lazzaro di Savena (BO) nelle due versioni
-Fruttato medio: da varietà Frantoio e Correggiolo, note di foglia di pomodoro e mandorla
-Fruttato intenso: da varietà Nostrana di Brisighella 95% e Ghiacciola 5%, note carciofo ed erba fresca


Antonietta Mazzeo
Tecnico ed Esperta degli Oli d’Oliva Vergini ed Extravergini